Dans le cadre du festival Italissimo qui met en lumière les actualités culturelles et notamment celles littéraires italiennes à Paris, la section Esabac du lycée a été sollicitée pour prendre part à un projet lié à la rencontre d’un auteur italien avec une classe lycéenne.

Ainsi, les 1ères Esabac ont eu l’opportunité de travailler sur le thème de l’identité et de la mémoire à travers l’œuvre de Lisa Ginzburg intitulée Buongiorno mezzanotte, torno a casa publiée en 2018 chez les éditions «Italo Svevo» dans la collection «Piccola biblioteca di letteratura inutile».

La rencontre s’est déroulée le 16 mai 2019 au CDI. Voici un témoignage d’élève  :

Giovedì 16 maggio, alla biblioteca scolastica, abbiamo ricevuto Lisa Ginzburg, una scrittrice

italiana. Le abbiamo fatto un’ intervista sulla sua vita, ma anche su un suo libro pubblicato,

Buongiorno mezzanotte, torno a casa che abbiamo letto…

Prima di tutto, dopo la nostra presentazione, abbiamo parlato della sua vita, e dei suoi sogni. Abbiamo saputo che abitava in Francia da 9 anni, e che le piace molto vivere qui, nonostante abbia una preferenza per l’Italia. Ad esempio, ha ricordato che la socialità, l’allegria, non è la stessa rispetto all’Italia. Per di più, si sente piena di pentimento, perché pensa che sia arrivata in Francia troppo tardi (aveva 43 anni), e avrebbe voluto venire prima. Ma è ciò nonostante di essere in Francia, perché questo viaggio le ha permesso di apprendere più cose su una nuova cultura, una nuova società

Ma non è l’unica ragione che le fa rimanere in Francia: Infatti, pensa che sia difficile tornare, perché non è più la stessa persona. La situazione attuale italiana è a proposito un motivo per stare qui.

Inoltre, quando abbiamo chiesto a Lisa Ginzburg perché parla di esilio nel suo libro, ha detto che il termine “auto-esilio” è più giusto, perché è lei che ha scelto di partire, e continua di voler stare in Francia.

Poi, siamo concentrati sulla sua opera. Ha detto prima che non pensava che suo libro potrebbe essere famoso. Infatti, aveva troppo vergogna, e pensava che scrivere un libro autobiografico fosse troppo personale et inutile. Era nonostante “una bella sorpresa di avere toccato tante persone”. Per lei, non poteva scrivere un libro su questo, ha voluto fare delle interviste prima di scrivere, per avere la testimonianza di persone e dunque fare un documentario sulla nostalgia della patria. Poi, qualcuno gli ha detto che fare un libro per questa collana (Piccola Biblioteca di Letteratura Inutile ) potrebbe essere una buona idea. Prima della pubblicazione, la casa editrice ha scelto un illustratore per disegnare la copertina.

Dunque non ha scelto lei, e il disegno non le piaceva all’inizio. Ma gradualmente, ha finito per amarlo, e si è identificata con questa rapprensentazione. Quando abbiamo parlato con lei, abbiamo presentato delle teorie sul disegno. Una di esse le è piaciuta molto: chiudere la valigia rappresenta, per lei, essere prigioniera, e forse ha paura di questo.

Per concludere, abbiamo anche discusso sulla sua idea del viaggio, e che cosa significasse per lei. Ha risposto che voleva dare un’idea del viaggio, il viaggio mentale.

Infatti, è più importante viaggiare con la mente, più che con il corpo (‘inventare è già un viaggio’). Per lei, il vero viaggio non cerca un ritorno, perché ci si dimentica la propria casa con il tempo. E alla fine ha criticato anche la sua opera preferita, l’Odissea : “Il viaggio di Ulisse non è più un viaggio, perché vuole sempre tornare a Itaca. 

Naomie, 1ère L Esabac